Porto Turistico di Taranto

Taranto - Italia

Tipologia

  • Hotel, Sport e Tempo libero

Luogo

  • Taranto – Italia

Anno

  • 2008

Committente

  • Autorità Portuale di Taranto 

Attività

  • Masterplan, progettazione preliminare (concorso 2° classificato)

Importo lavori

  • 5 M euro

Il Centro Polivalente di servizio per usi portuali al Molo san Cataldo, a Taranto, si integra nell’opera di progressiva ristrutturazione del Molo, un’articolata opera di adeguamento e implementazione del banchinaggio, che viene svolta per fasce parallele alla linea della banchina, e che è volta alla lenta trasformazione di questa da struttura tecnica, destinata ai soli operatori portuali, a infrastruttura pubblica, destinata a integrarsi nella vita civile e culturale della città. 

L’inserimento della nuova struttura all’interno della spina di servizi che occupa la parte mediana del molo, non fa che rimarcare la ricerca di una integrazione dei servizi e la progressiva trasformazione di esso da luogo “tecnico” a luogo “pubblico” della città. 

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L’assenza di una cultura portuale e di una pratica civile dell’accoglienza nel porto di Taranto è una lacuna della vita civile e culturale della città che occorre colmare. La realizzazione del Centro Servizi potrebbe dunque costituire il primo frammento di quel sistema di Water Front direttamente fruibile dalla cittadinanza, un Sistema Urbano dell’acqua che può trasformare in maniera sensibile l’aspetto architettonico-ambientale, organizzativo, culturale e fruitivo di quella rilevante porzione di città che si affaccia sul mare di Taranto. Affaccio che in larga parte è ancora precluso e fortemente limitato in troppe parti della città. A questo proposito, lo storico ritardo che sconta la realizzazione delle strutture di accoglienza del porto di Taranto può costituire un vantaggio per ripensare l’intero sistema portuale, può costituire una chance aggiuntiva per fare presto e bene, e colmare quindi un ritardo storico della città per aprire il lato Levante del molo alla fruizione dell’intera vita cittadina. E collegarsi così a quei fermenti cittadini che da tempo segnalano l’urgenza di un rilancio del patrimonio architettonico, archeologico, e culturale dell’intera città. 

 

L’aspetto è quello di un grande cetaceo spiaggiato, una grande balena adagiata sulla banchina, interamente percorribile, all’interno e sul dorso, come nelle favole della nostra infanzia. L’edificio si presenta come un organismo architettonico a prevalente direzione lineare, attraversato da una serie di percorsi al suo interno e in sommità, involucrato da un sistema di vele e coperture leggere, che ne integrano ed esaltano la configurazione formale.  

Il nuovo volume architettonico del Centro Servizi Polivalente occupa la parte mediana del primo sporgente del Porto di Taranto, nella grande darsena, e si pone in collegamento fisico e in prosecuzione di quell’elementare compendio di servizi portuali che attualmente si trova nella sua fase nascente, la palazzina dell’Autorità Portuale, la piccola stazione marittima in fase di dismissione, le attrezzature della Capitaneria. 

Il nuovo Centro Servizi è ispirato a una chiara e cristallina idea di mediterraneità, e si inserisce nel contesto acqueo e nel patrimonio costruito – e ideale – della città di Taranto. A sua volta la città di Taranto, con la sua architettura, i suoi monumenti, il tessuto urbano, il sistema dei Mari, il suo paesaggio costituiscono cornice ideale per la costruzione di questa nuova opera, che può rappresentare il primo nucleo di una nuova cultura marittima e urbana dell’accoglienza e dello sviluppo portuale. 

Un primo nucleo che contiene in sé le matrici formali, funzionali e tecnologiche necessarie affinché la “città degli uomini” raggiunga finalmente il mare, senza soluzione di continuità, partendo dal Molo Sant’Eligio, “passando” quindi per il ponte di Porta Napoli, per l’area dello Scivolo, e raggiungendo quindi il primo sporgente, quello, appunto, del nuovo Centro Polivalente di servizi. L’architettura del Nuovo centro si presenta al visitatore come un terso e nitido “gioco di volumi sotto la luce”. Si tratta qui dell’accecante luce dello Ionio, mitigata e raffrescata stavolta dalla brezza marina che scorre attraverso il ricco sistema di ombreggiamento fatto di tende e velari che avvolge lo scheletro fossile della “balena”.