Ex Officine Grandi Riparazioni

Firenze - Italia

Tipologia

  • Masterplan

Luogo

  • Firenze – Italia

Anno

  • 2020 – in corso

Committente

  • la FLORA Development (Privato)

Attività

  • Redazione del nuovo Piano Operativo

Superficie

  • 42.000 m2

L’area delle ex OGR a Porta al Prato si configura con un vasto vuoto urbano con sviluppo longitudinale compresso tra l’arteria carrabile extraurbana della via Pistoiese e il fosso Macinante. L’area del Masterplan rappresenta quindi la cerniera fra due importanti ambiti, quello infrastrutturale e quello ambientale e offre importanti elementi per la trasformazione della città circostante.

La presenza della componente infrastrutturale che ha condotto allo sviluppo sinergico della ferrovia insieme con il tracciato stradale e che ha condizionato profondamente lo sviluppo dei quartieri residenziali sul fronte settentrionale dell’area delle ex OGR. Il Fosso Macinante sul versante meridionale dell’area segna la soglia del sistema ambientale che si estende fino all’Arno attraversando l’isola fluviale occupata dapprima dal complesso sportivo con al centro l’Ippodromo del Visarno e poi successivamente il vasto parco urbano delle Cascine.

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Nei due estremi nord-occidentale e sud-orientale dell’area si concentrano due elementi fondamentali per lo sviluppo di questo quadrante della città. Il Parco della Musica con il Nuovo Teatro del Maggio fiorentino verso il centro storico rappresenta un’attrazione urbana sinergica con l’intervento proposto. Dall’altro lato, verso nord-ovest, l’edificio della ex Manifattura tabacchi di Firenze che è stata recentemente valorizzata e si avvia e diventare un importante polo multifunzionale e incubatore dell’artigianalità fiorentina. In questo contesto articolato, l’area delle ex OGR si propone di costituire un vero e proprio telaio per la fruizione e per la mobilità dolce, rafforzando le connessioni tra le nuove funzioni previste dal Masterplan e la città consolidata circostante. Lo spazio aperto è pensato come generatore dell’architettura: un passaggio fluido tra boulevard per l’attraversamento e grandi piazze di aggregazione rappresenta la struttura immateriale, omogenea e costante a tutto l’intervento. Lo sviluppo funzionale dell’area prevede la concentrazione di attività pubbliche nell’estremità in continuità con il Nuovo Teatro del Maggio fiorentino. L’ambito di questo art district si compone di due grandi piazze sulle quali affacciano un hotel, edifici residenziali, attività commerciali e caffetterie e un importante Museo di arte contemporanea/Centro culturale contenuto nell’edificio della ex Officina Riparazione Carrelli (ORC) oggi vincolato come archeologia industriale dell’inizio del XX secolo. Il corpo centrale dell’area è invece dedicato allo sviluppo residenziale con la presenza di articolati giardini privati condominiali con accesso diretto sull’argine del Fosso macinante. Infine l’estremità occidentale (verso la ex manifattura tabacchi) ospiterà un edificio per il social housing insieme con la terminazione del telaio ambientale del bosco lineare che includerà una grande piazza di raccordo con la città, un ponte pedonale per oltrepassare il canale artificiale e un ampio nodo di parcheggi pubblici a servizio delle del quartiere. Lo spazio pubblico pone grande attenzione all’organizzazione dei flussi di utenti e delle percorrenze ciclo-pedonali. Tale sensibilità sviluppa un complesso circuito costituito da viali, da piazze e da giardini. I primi sono pensati come luoghi di attraversamento e di connessione tra le funzioni. Le piazze rappresentano le soglie delle architetture e le cerniere in cui gli assi e le funzioni preesistenti trovano una connessione con il nuovo assetto dell’area delle ex OGR. Infine i giardini pubblici si distinguono nel grande bosco lineare lungo la via pistoiese, ovvero la cornice e il filtro tra l’intorno e il nuovo progetto, e le aree destinate alle funzioni di aggregazione per il tempo libero (playgrounds, areeper lo sport, per il riposo e per l’attesa del trasporto pubblico). Il progetto inoltre ricerca un soddisfacente equilibrio tra superfici permeabili e aree pavimentate. Queste ultime, ovvero le piazze, sono quindi organizzate secondo un modello ispirato tradizione delle water squares con l’intento di raccogliere e orientare le acque meteoriche verso il vicino fosso Macinante; mentre parte delle superfici permeabili è trattata secondo i principi dei rain gardens, capaci di assorbire, drenare e conservare l’acqua in eccesso e caratterizzati dalla presenza di specie vegetali igrofile. Infine il progetto presta grande attenzione a garantire la continuità percettiva tra spezi aperti privati e pubblici perseguendo il principio dell’abolizione dei recinti. I giardini di pertinenza delle residenze e dell’hotel non sono immaginati per essere delimitati e chiusi ma la loro separazione è gestita attraverso i salti di quota di terrazzamenti e basamenti che bloccano il passaggio ma garantiscono di estendere la vista su quel paesaggio naturale che restituisce unità all’intero intervento.